Nota storica
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Malpighi nacque a Crevalcore (BO) il 10 marzo 1628; nacque e visse quindi in un periodo storico di grande fermento religioso e culturale: siamo subito dopo la Controriforma e il Concilio di Trento, Galileo nel 1630 scrive il “Dialogo sui due massimi sistemi del mondo”, mettendo a confronto le teorie copernicana e tolemaica, ma soprattutto segnando una svolta nella storia dell’Umanità: l’uomo adesso è libero di pensare, libero da vincoli dottrinali e da pregiudizi, la mente umana può aprirsi; con Galileo inizia quindi il percorso (forse ancora non conclusosi) del pensiero scientifico moderno. Malpighi è da molti considerato il “Galileo della medicina”, e l’analogia non deriva da presunte persecuzioni da parte della Chiesa (chi conosce un po’ la biografia del celebre anatomista può solo sorridere davanti a simili affermazioni), quanto piuttosto per la svolta che seppe segnare nell’ambito della acquisizione e della divulgazione delle conoscenze scientifiche.
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Fu Harvey, tra mille contrasti, nel 1628 ad ipotizzare per primo l’esistenza di una circolazione del sangue così come la conosciamo ora: il sangue viene pompato dal cuore nelle arterie, e ad esso ritorna tramite le vene; ma si dovette aspettare la scoperta dei capillari da parte di Malpighi per fugare ogni dubbio da parte dei suoi più “vivaci” detrattori. Con Harvey prima e, soprattutto, con Malpighi dopo, nasce e si consolida pertanto una nuova metodologia di indagine del corpo umano, la “iatromeccanica”; essa interpreta l’organismo umano come un insieme di “macchine diverse” (gli apparati), ciascuna con struttura e funzione diverse; soprattutto inizia ad imporsi la convinzione (attraverso il Borelli, Maestro di Malpighi) che a ciascun dettaglio morfologico debba corrispondere una spiegazione funzionale; è un colpo tremendo agli “umori” di Ippocrate e agli “spiriti” aristotelico-galenici; è un radicale cambiamento delle basi teorico-pratiche della ricerca scientifica, improvvisamente illuminata dal metodo galileiano e, per quanto riguarda la medicina, dalle scoperte di Malpighi e dei suoi contemporanei.
Gli studi del Malpighi sulla funzione respiratoria del polmone vennero accolte con grande entusiasmo dagli iatromeccanici e con forte polemica dai galenici. Anche il Borelli ebbe difficoltà ad accettare la teoria del suo allievo, convinto com’era che nel polmone si mescolassero, attraverso i suoi movimenti, il sangue venoso, la linfa ed il chilo; tuttavia non contrastò questa ipotesi, anzi spinse l’allievo a pubblicarla il più rapidamente possibile.
Malpighi fece numerose altre scoperte pionieristiche durante il corso della sua vita e dei suoi studi, ma vogliamo chiudere questa breve nota riportando un paragrafo tratto dalla sua più fedele biografia, scritta da Gaetano Atti (1847): “Morì adunque di anni 66, mesi 3 e giorni 19. Ebbe sottile ingegno, chiarezza di intendimento, fu di natura mite, non facile all’ira, non intemperante nei desideri. Niuno scorso di passione si vide in lui. Amò la gloria e cercò negli studi la pace dell’animo, e la consolazione del viver suo. L’altezza e la fecondità della sua mente non lo levò in superbia e fu moderato nella prosperità. Perché fu di cuore tenero oltre misura (…) sobrio, frugale, di costume incolpabile, di modi semplici e dolci, di una lealtà, di una schiettezza impareggiabile”.